Era un piano perfetto

Ieri mattina mi sono svegliato con calma. Sara era già uscita da un pezzo chiudendosi dietro la porta di casa. Mi sono lavato, ho lavorato un po’ sul terrazzo, ho mangiato, mi sono vestito, fatto la borsa della palestra e sono andato ad aprire la porta. La serratura del nostro ingresso è composta da una manopola girevole che si apre sia da dentro che da fuori e di un nottolino con chiave.

Sara uscendo mi aveva chiuso dentro e ora per uscire avrei avuto bisogno del mio mazzo di chiavi… gia’… il mio mazzo di chiavi… il mio mazzo di chiavi che in quel momento era chiuso all’interno del cruscotto della mia auto parcheggiata 3 piani piu’ in basso.

Le soluzioni al problema a questo punto erano solo due: chiamare Sara e dirle di venirmi ad aprire oppure sfruttare la piglia centrale del terrazzo e calarsi in corda doppia. Ovviamente la decisione è stata presa in una frazione di secondo e mi sono fiondato in camera a preparare l’imbrago e la longe per la discesa. Il piano era perfetto: mi calo in doppia, apro la macchina e prendo le chiavi, poi salgo sù, rientro in casa, rimetto a posto tutto e entro in ufficio per le 9:30 in perfetto orario.

Era un piano perfetto.

La calata è stata divertente come solo la corda doppia può esserlo e mi spiace solo che  i vicini del piano di sotto non fossero in casa per gustarsi la scena, solo che una volta toccato terra mi sono accorto di aver lasciato le chiavi della macchina di sopra.

Le chiavi della macchina in casa, le chiavi della casa in macchina e io fuori da entrambe.

Era un piano perfetto, sono i particolari che mi hanno fregato.

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