Era mattina ed era prima delle 9:30 quindi non ero ancora del tutto sveglio. Alzato sì, ma sveglio non del tutto. Ero tranquillo fermo allo stop in attesa che finisse il verde che veniva da sinistra e che passasse pure il vecchietto in bicicletta che, bontà sua, fretta non aveva.
Metto la prima e inizio ad impegnare l’incrocio (bella questa, erano anni che volevo usarla) mentre sento uno strombazzare alle mie spalle. Guardo negli specchietti e vedo (in tutti e tre contemporaneamente) un mercedes nero che spazientito tenta un sorpasso a sinistr-destr-sotto accompagnando l’elegante manova a piovra con reiterati conati di clackson.
Alla fine opta per un bruciante 0-100-0 alla mia destra senza badare a frecce o orpelli simili per fermarsi al semaforo successivo rientrando sulla mia corsia. Io, da parte mia, ho risposto con un elegante rataflash di abbaglianti corredato da un breve, ma deciso, segnale di avvisatore acustico.
Era chiaro fin dall’inizio che non poteva finire qui infatti il tizio apre la portiera fa per avvicinarsi. Io a quel punto sono gia’ fuori da un pezzo e mentre lui abbozza un “Ma stavi dormendo?” Io ho tutto il tempo di ricordargli di andare affanculo, di riguardarsi il codice della strada, di chiedergli se l’aveva visto il vecchio, di ripassare da affanculo. Entrambe soddisfatti da questo scambio di complimenti mattutini siamo ripartiti verso le rispettive destinazioni.
Che figata andare a lavorare in macchina in città.