Visto come fa paura il buio? Tutto, ma proprio tutto, quello che costituisce la vita come l’intendiamo noi dipende dalla corrente elettrica: staccata la luce tutto si ferma. A braccetto con questa questa brillante bananalità va l’antico adagio “Tutto il mondo è paese” o per meglio dire “In tutti i posti si lavora a stracazzo esattamente come nel posto in cui stai lavorando tu”.
Percui non appoggiarti sul morbido cuscino dell’illusione che nelle grandi aziende ci siano strutture serie e collaudate che garantiscono serietà: come in qualunque azienda che si rispetti, anche alla grtn tempo fa qualcuno avrà pur detto “Perche’ non collaudare i meccanismi di fallback dalla rete principale? E’ un po’ che non guardiamo come stanno”. E qualcun’altro avrà risposto “lo faremo appena abbiamo tempo, adesso, mettiti a fare questo, questo e quest’altro che i nostri brillanti sales manager hanno venduto energia da annichilazione d’antimateria e dobbiamo presentare una demo al cliente per mercoledi’ mattina”.
Ma io adesso sto pensando male (cativo, Andrea, cativo!) in realtà un guasto imprevedibile quanto improbabile può succedere dappertutto, pr carità.
E’ solo che il giorno dopo la metà degli opinionisti, compreso Babbo Ciampone, ritirano fuori la storia del nucleare, come se il problema alle 3 di notte di una domenica fosse stato una carenza di energia. Oppure, sta a vedere che … ma no, non puo’ essere… aspetta aspetta, vuoi vedere che adesso appalti per centrali termoelettriche salteranno fuori come funghi (cativo, Andrea, cativo!)?
Comunque la cosa più importante successa ieri non sono certo queste quattro luci spente, o questi 40 appalti freschi freschi. La cosa importante è che io ho visto. E ho capito. Ho visto bustine di pop corn sottili sottili che una volta messe nel microonde in 2’30” si gonfiano e diventano un una soffice nuvola salata. E ho capito che il futuro è gà qui.