Le guide (g)astronomiche dell’ on-site product specialist (1)

Vista da fuori sembra una trattoria qualunque, ma posso assicurarvi che cenarvi è un’esperienza che on dimenticherete facilmente. Un grosso cartello all’ingresso, che mi aveva quasi scoraggiato, avverte che “Non si fanno bancomat o carte di credito” il che, se da un lato mi rassicura di essere davvero in un ristorante e non in una zecca clandestina, dall’altro mi lascia un po’ perplesso: sono a Milano nel 2008 D.C. e non mi accettano la carta di credito che ho usato nei posti piu’ sfigati in giro per il mondo. C’e’ qualcosa che non va.
Dentro, la trattoria pugliese, è tappezzato di biglietti su cosa devo e cosa non devo fare: “Non alzarsi a fine pasto: il conto viene portato al tavolo”, “Non urlare e/o infastidire altri commensali”, “Non bestemmiare”. Gli spazi delle pareti lasciati liberi dai bigliettini sono riempiti da effigi di Padre Pio e panorami pugliesissimi. La birra è una heineken in bottiglia stappata al tavolo. Per fortuna la ricotta cazzuta delle orecchiette era veramente cazzuta altrimenti non si sarebbe arrivati alla sufficienza.
Voto cibo: 6.
Voto arredamento 8 (ma vederlo una volta sola è più che sufficiente).

Un pensiero su “Le guide (g)astronomiche dell’ on-site product specialist (1)

  1. Bruno

    La cosa più fastidiosa di molti locali milanesi è proprio l’abbondanza di cartelli intimidatori. Diceva con icastica sintesi una mia conoscenza che “Milano è una città di stronzi”, e le do fondamentalmente ragione. Non dispero tuttavia di trovarvi, da qualche parte, un locale che abbia pochi clienti e sia costretto a trattarli bene.

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