Hanno ragione i furbetti

Lo so, non è una novità, ma è qualcosa che vale sempre comunque la pena ribadire. In italia essere onesti, o cercare di esserlo non paga mai. Ieri, in una sola triste giornata abbiamo avuto modo di gustare il colpo di spugna su quella che prometteva essere il piu’ grande scandalo del calcio italiano, e ammirare l’intero parlamento italiano discutere di indulto.

Quello che si evince dalle sentenze di secondo grado è che: Moggi e Giraudo hanno maneggiato in maniera irregolare, ma la Juventus non ne ha molta colpa. A. e D. Della Valle hanno maneggiato poco di meno, ma comunque la Fiorentina non ne ha colpa. Galliani ha maneggiato pochissimo e infatti il Milan sarà in Champions League.

Ancora piu’ interesante il fatto che Carraro, colui che all’epoca dei fatti era il responsabile di come si svolgevano le cose all’interno della federazione, paga un’ammenda e niente di piu’: capache che lo troviamo ancora in mezzo alle palle a settembre.

Correggetemi se sbaglio: le intercettazioni hanno portato a galla un sistema intrallazzone, ma non c’e’ scritto da nessuna parte che questo sistema sia punibile. Sono stati puniti lievemente solo singoli episodi.

Per quel che riguarda l’indulto ha un bel dire Fassino “Nessun cedimento sulla questione morale”. La scusa ufficiale è che nella costituzione c’e’ scritto a chiare lettere che la detenzione deve avere carattere riabilitativo, siccome per come sono messe le carceri l’affollamento rende questo compito impossibile, svuotiamole un po’ e tutto si sistemerà.

Provate a commentare voi che io non ci riesco.

Un pensiero su “Hanno ragione i furbetti

  1. Anonimo

    Ci provo io a commentare, anche se con gran ritardo.
    Non ti nascondo che considero la vicenda molto triste non tanto perché ha significato la retrocessione della mia cara Juve ma soprattutto perché è stata l’ennesima occasione persa per provare a rinnegare la propensione italica per il maneggio e la prevaricazione, anzi è stata un’occasione per affermare che anche le ondate apparenti di moralismo non hanno altra funzione che ancora il maneggio e la prevaricazione.
    Che cosa rimane in realtà di tutta questa vicenda? Sicuramente a me rimane la sensazione che in pochi casi nel passato mi è capitato di trovare una così forte divaricazione tra la realtà e quello che le principali fonti di informazione ci hanno comunicato.
    Se proviamo a ricondurci ai meri fatti dei quali parliamo, le famose intercettazioni hanno di fatto scoperto l’acqua calda. Sicuramente era arcinoto il vezzo dei dirigenti calcistici (e non solo loro) di provare in tutti i modi ad influenzare l’operato degli arbitri con promesse di amicizia, velate minacce, azioni sui mezzi di informazioni e così via… Basta leggere o guardare interviste e commenti domenicali per aver sufficientemente chiaro il quadro. L’arbitro tale ci aveva già penalizzato l’anno scorso, l’altro arbitro è noto per essere amico della tal squadra e così via… Se questo è quello che questi signori dicono alla tv figuriamoci cosa non succede in privato…
    Non c’è bisogno di esserci stato, come il sottoscritto, nello spogliatoio di un arbitro per immaginare quanto è cara ai dirigenti l’abitudine di andarvi in visita prima della partita con sguardo ammiccante, e tornarvi dopo la partita (se non è andata come ci si aspettava) con sguardo torvo e minaccioso. Sinceramente dopo aver saputo che il telefono di Moggi era sotto intercettazioni, mi sono poi stupito che tutto ciò che è emerso fosse solo qualche tentativo di influenzare le designazioni.
    Quanto è venuto alla luce è quindi che Moggi non faceva altro che ciò che facevano tutti i suoi colleghi, lamentarsi in modo più o meno urbano di decisioni sfavorevoli, sponsorizzare arbitri considerati favorevoli, censurare arbitri considerati ostili, cercare di arruolare a libro paga giornalisti e presentatori televisivi. Lo faceva meglio o peggio di altri? Boh… Sicuramente se il milanista Meani dichiarava di aver deciso lui la terna di Milan-Juve decisivo per il campionato vuol dire che ogni tanto Moggi qualche colpo lo perdeva, forse anche perché a differenza dei suoi concorrenti non poteva disporre di giornali e televisioni a suo piacimento…
    Quello che invece le fonti di informazioni principali ci hanno comunicato è qualcosa di diverso, si parlava di una cupola che governava arbitri ed esiti di partite e campionati, sulla quale stava magnificamente assiso il grande Moggi. Ci parlava di una classe arbitrale e di una federazione al servizio di Moggi e della Juventus. Ci parlava della maggioranza delle altre squadre che si inchinava impotente davanti allo strapotere di Moggi, ci parlava di un gruppo di coraggiose che invece cercavano di concorrere con il dirigente juventino senza averne purtroppo la stoffa e che ne venivano miseramente sopraffatte… E noi, l’opinione pubblica, come “Quelli che… l’ha detto il telegiornale” di Jannacci, assentivamo ripetendo tanti “L’ho sempre detto io” mentre ci veniva propinato che i Berlusconi o i Moratti impotenti vedevano i loro strabordanti investimenti nel calcio vanificati dal potere di Moggi che come è noto gode di un incalcolabile potere politico e mediatico…
    Eh sì, il potere mediatico… Quel potere mediatico che terrorizzava il Presidente della Federazione Carraro al punto da telefonare al designatore Bergamo per intimarlo di fare particolare attenzione ad evitare ogni errore a favore della Juventus nel prossimo incontro contro l’Inter, onde evitare la solita campagna di stampa contro i vertici federali che si originava ogni volta che si verificava un errore arbitrale che favorisse la Juventus. Naturalmente quegli stessi media sono riusciti a trasformare questo episodio in una dimostrazione del potere della Juve, così straripante da indurre il presidente federale a contenerlo, per non perdere tutta la credibilità del campionato.
    Quello stesso potere mediatico ha probabilmente messo una tale pressione sulla corte, chiamata ad emettere la sentenza definitiva, da impedirle di riconoscere alla Juventus, così come ha fatto per le altre squadre, che non c’era la cupola, che non c’erano partite e campionati truccati, che semplicemente c’erano comportamenti squallidi e scorretti, purtroppo diffusi nel mondo del calcio. Così è probabilmente nata questa strana sentenza che, pur riconoscendo che i comportamenti dei dirigenti bianconeri era identico a quello delle altre squadre, stabiliva che per i superpoteri di cui Moggi e Giraudo erano dotati ciò era sufficiente per determinare l’esito non già di singole partite ma addirittura dell’intero campionato…
    Adesso il campionato ricomincia senza la Juventus ma a nessuno è venuto in mente di introdurre norme che tutelino l’indipendenza della classe arbitrale proteggendola dalle ingerenza di dirigenti e federazione, quindi ci sono tutte le premesse perché il costume moggiano resista alla sparizione di Moggi, anche perché in realtà non è un costume moggiano ma purtroppo è un costume italiano quello di volersi dimostrare più furbo.
    I diritti televisivi continuano ad essere in poche mani, anzi nelle stesse di prima, meno una… E ciò significa che per i prossimi 10 anni il campionato se lo giocheranno le solite note, sempre meno una… Peccato, anche perché quell’una era l’unica del novero che riusciva a combinare qualcosa senza dover prosciugare le casse della sua proprietà.
    Il dato però più saliente della vicenda resta, a parer mio, osservare quanto devastante e deformante può essere l’informazione quando si mette in blocco al servizio di una causa e quanto facile sia ingannare l’opinione pubblica anche su qualcosa di così semplice ed immediato come il calcio. D’altra parte stiamo parlando di un mondo nel quale con quattro balle si convince l’opinione pubblica a sostenere una guerra, stupirsi di quanto successo nel calcio italiano appare in effetti davvero ridicolo.
    Ciao
    Albi

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *