“Non mi piace la tua faccia. Non mi piace un cazzo”.
L’aria nel locale era pesante di fumo denso e di occhi sfatti. Non c’era niente che ricordasse quello che era stato un tempo il glorioso “Teiera” ricco di idee da venire e rivoluzioni mai nate. Adesso sugli sgabelli, abbracciati al bancone, stavano stracci d’uomini
Le improbabili avventure di Phil Verza
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