Category Archives: Vita

Aruba mon amour

Giovedi’ devono aver spostato la mia area da un server ad un’altro. Il sito è scomparso per qualche giorno e alla fine è riapparso in forma apparentemente smagliante. Peccato che il blog non funzionasse. Niente nuove entries, niente commenti, niente login e niente errori nei log.

Guardo un po’ in giro sul server e scopro che mi hanno piazzato su una fedora core2 (speriamo bene) e allora la lampadina si accednde: MT usa Berkley db come backend. Vuoi vedere che ci sono versioni incompatibili? Ho preso i files, li ho convertiti a casuccia, e rispediti ad Arezzo. Il risultato è soddisfacente, almeno per il momento.
Ma quante ne so?

Vicini con stile

In zona Santa Rita non abitano certo buzzurri ladri che ti smontano la moto a pezzetti o ne tagliano la sella. I vicini di via Baltimora, quando lasci per troppo tempo la moto sotto la tua finestra al riparo sotto ad un balcone, chiamano i vigili. E quindi multa per parcheggio su marciapiede. Che è il doppio di un parcheggio in sosta vietata.

Non lo trovate divertente anche voi? Io lo trovo cosi’ divertente che alle 12:14 non ho ancora digerito il the della colazione.

Il lato buffo della faccenda è che in C.so Sebastopoli c’e’ mercato tutti i giorni e (giorno, notte fa’ lo stesso) la doppia fila in parcheggio è d’obbligo, mentre la terza istintiva. Le striscie pedonali non esistono e i cassonetti sono perennemente assediati sui 3 lati. Nel quartiere di solito si circola a senso alternato su una sola corsia. Hanno inasprito i controlli? Hanno cambiato registro? Saranno cazzi per tutti? Finalmente il braccio violento della legge tornerà a brandire il blocchetto delle multe?

Staremo a vedere, per ora la sensazione è che ancora una volta di presa per il culo e di multa ingiusta. La metto assieme a quella che ho preso in autostrada con autovelox all’uscita di una galleria e sono soldi che recuperero’ dallo Stato in un modo o in un’altro, prima o poi. Mi spiace, Alberto.

Fatto 30 abbiamo fatto anche 31

Anche quest’anno ce l’abbiamo fatta.
Per adesso accontentatevi di quest’annuncio: per un resoconto (quasi) dettagliato di quello che è stato dovrete aspettare ancora un po’.
Il mio auto-regalo di oggi è stato un pranzo completo (con tanto di dolcino) alla mangiatoia dell’Auchan: se non puo’ essere buono, che almeno sia abbondante.

Riassunto delle puntate non trasmesse

Ho cambiato casa e quartiere. Ho cambiato lavoro. Ho ricevuto lo stipendio mensile piu’ basso di tutta la mia vita (compresa l’epoca delle pachette settimanali). Ho visto il concerto dei Mambassa all’HMA. Ho apprezzato il loro disco. Ho fatto la direttissima al bananone. Mi sono beccato una simil-gastrite.

Novembre è passato.
Avanti con dicembre.

La Banda!!

Mi si scusi la citazione un po’ blasfema, ma sono ben felice di comunicare che sono di nuovo connesso alla Rete in maniera seria da casa.
Ora sto con Alice. Le ho già telefonato un paio di volte e l’avrei volentieri già mandata a stendere, ma so che in realtà mi vuole vene percui sono disposto a perdonarle qualche piccolo sgarbo.
Il problema di questa nuova relazione è che ha portato una marea di fili, cavi sparpagliati in maniera disordinata in casa. Questa situazione mi ha portato ieri sera alla conclusione che se la potenza non puo’ farlo, almeno il segnale deve viaggiare per aria. Tutto il segnale.
Dei 12 cavi che si intrecciano nella zona Hi-Tech della casa (e in Hi-Tech includo anche il P133 che fa da server) 7 portano segnale e potrebbero tranquillamente scomparire.

Sospello la triste – La fine di un’epoca

E’ successo una settimana fa ed è stato abbastanza faticoso. Una delle ultime sere di settembre ho preso gli ultimi pacchi di rumenta dalla dimora in via Sospello ho cambiato di nuovo casa. Niente piu’ vicina pazza, inquilino cieco, ladri incompetenti. Ora vivo nel cuore di Santa Rita , dietro al mercato. A due passi da piazza d’armi che tante ginocchia sbucciate ha visto ai gloriosi tempi del calcetto sulla pista da pattinaggio in vero cemento. Ah, i bei tempi del calcetto…

La febbre del lunedì sera

Com’e’, come non è mi son preso l’influenza. Non so quale sia il virus/batterio/agente patogeno in questione, fatto stà che da luned’ sera ho la febbre. Pazienza. Una volta ogni tanto non puo’ far male: con quello che pago i miei anticorpi sarà bene che ogni tanto facciano qualcosa…
Quale occasione migliore per riascoltare un po’ di musica? Ecco quindi il menu’ per i due giorni di riposo forzato:
De Andrè – Anime salve e Creuza de ma
Alan Parsons Project – Tales of mystery and imagination e Eye in the sky
Squallor – Uccelli d’Italia e Cielo duro
(martedi’ ero abbastanza cotto e andavo a botte di 2 album per volta per non dovermi alzare. Il mercoledi’ invece…)
Pink Floyd – Meddle
King Crimson – Beat
Squallor – Troia
Mambassa – Mi manca chiunque
Jackie Brown – Colonna sonora
Dave Matthews – Some devil
Joe Strummer & The Mescaleros – Streetcore

…e poi basta che mi sono rotto le balle di stare a letto.

Cercando l’altro punto di vista

A vivere in città per una vita si rischia di perdere di vista il proprio ruolo sul globo. Là dove la natura è addomesticata è facile illudersi di avere potere su di essa o comunque di non dovere nulla a quella serie di forze che muovono tutto. Basta un nastro d’asfalto e ci si illude di aver cancellato le distanze, quattro mura ed un termosifone danno la certezza di essere protetti e cosi’ via fino a stravolgere il senso di tutto e pensare che non c’e’ nulla che conti davvero al di fuori di quello che ci gira intorno. Vivere, cioè, con una scala delle distanze, dei tempi, dei pericoli tarata sulle nostre proporzioni e senza l’umiltà di pensare tutto cio’ limitante.
La ricerca dell’assoluto, ognuno se la fa se e come meglio crede. Io per questa lieve incombenza vado in montagna.
Che tu stia camminando o sciando in montagna, che tu sia in parete o su un giacciaio devi sempre e comunque saper chiedere permesso alla Natura prima di passare, cercare di di coglierne i segnali qer capire quando ti dice di tornare indietro o che puoi anche continuare. E’ una di quelle condizioni in cui riesco a intuire le giuste proporzioni e, di solito, mi ci perdo.
Là dove basta pò di pioggia tirata su all’improvviso nel momento sbagliato o vento freddo quando meno te l’aspetti per schiacciarti alle tue reali fragili dimensioni il grossolano errore di valutazione dell’ego risulta abbastanza evidente.
Questo è uno dei motivi per cui considero il momento in cui si giunge in vetta come un pareggio gentilmente concesso e non certo come una vittoria, o tantomeno una conquista.

Un passo per volta

Ieri mi è stato proposto di unirmi in extremis ad un gruppo di persone che sabato tenterà la salita al Bianco lungo la via Cosmiques – Tacul – Maudit. Ci ho messo un po’ ad accettare (diciamo un paio di ore di indecisione) in parte per il timore di non essere sufficientemente allenato ed esperto di ramponi e piccozza, e in parte per una sorta di timore reverenziale nei confronti del Monte: ho il dubbio di non aver ancora camminato abbastanza per avere l’onore di una simile salita.
Sarebbe tutto piu’ facile se ci fosse modo di chedere “Permesso ?” prima di iniziare, ma così non è. Scoprirò se s’ha da fare oppure no, soltanto domenica mattina.

Il supermarket di via Sospello

Ho lasciato la moto sotto casa per quasi una settimana di fila e ho sbagliato. I più severi potrebbero obbiettare che me la sono cercata: lasciando per 4 sere di fila la moto incustodita sul marciapiede.
La quinta sera qualcuno ha pensato bene di rifornirsi di pezzi usati (e neanche in buone condizioni) rubandomi il fanalino posteriore e il fianchetto destro.
Ripetere per l’ennesima volta che via Sospello è un posto di merda non ha ormai piu’ senso. Mi soffermo solo a fare due conti: in un anno e tre mesi mi hanno vandalizzato la sella della moto (60E), rovinato l’auto causando danni per 1.700E e rubato fanalino posteriore e fianchetto destro (80E + 130E): cosi’ a naso credo di aver dato a sufficienza e credo sia ora di cambiare zona.