Category Archives: Vita

At the moment that you wake from sleeping and you know its all a dream

Tattva, acintya bheda bheda tattva
Tattva, acintya bheda bheda tattva
Tattva, acintya bheda bheda tattva
Tattva, acintya bheda bheda tattva
Like the flower and the scent of summer, like the sun and the shine
Well the truth may come in strange disguises
Send the message to your mind

Tattva, acintya bheda bheda tattva
Tattva, acintya bheda bheda tattva
Tattva, acintya bheda bheda tattva
Tattva, acintya bheda bheda tattva
At the moment that you wake from sleeping and you know its all a dream
Well the truth may come in strange disguises
Never knowing what it means

Tattva, acintya bheda bheda tattva
Tattva, acintya bheda bheda tattva
Tattva, acintya bheda bheda tattva
Tattva, acintya bheda bheda tattva
For you shall be towmorrow, like you have been today
If this was never ending
What more can you say?

La Fata – Edoardo Bennato

Farà per te qualunque cosa
e tu sorella e madre e sposa
e tu regina o fata, tu
non puoi pretendere di più


C’è solo un fiore in quella stanza
e tu ti muovi con pazienza
la medicina è amara ma
tu già lo sai che la berrà

Se non si arrende tu lo tenti
e sciogli il nodo dei tuoi fianchi
e quel vestito scopre già
chi coglie il fiore impazzirà

Farà per te qualunque cosa
e tu sorella e madre e sposa
e tu regina o fata, tu
non puoi pretendere di più

E forse è per vendetta
e forse è per paura
o solo per pazzia
ma da sempre
tu sei quella che paga di più
se vuoi volare ti tirano giù
e se comincia la caccia alla streghe
la strega sei tu

E insegui sogni da bambina
e chiedi amore e sei sincera
non fai magie, ne trucchi, ma
nessuno ormai ci crederà

C’è chi ti urla che sei bella
che sei una fata, sei una stella
poi ti fa schiava, però no
chiamarlo amore non si può

C’è chi ti esalta, chi ti adula
c’è chi ti espone anche in vetrina
si dice amore, però no
chiamarlo amore non si può

What a day that was – Talking Heads

And on the first day, we had everything we could hold
Ooh and then we let if all
And on the second day, there was nothing else left to do
Ooh what a day that was.


Well, I’m dressed up so nice
An’ I’m doin’ my best
Yes I’m startin’ over..
Startin’ over in another place

Lemme tell you a story
Big chief with a golden crown
He’s got rings on his finger
And then he walks up, up to the throne

He’s makin’ shapes with his hands
An’ don’t choo dare sit down
Now don’t choo dare jump back
And don’t choo dare stick out!

And on the first day, we had everything we could hold
Ooh and then we let if all
And on the second day, there was nothing else left to do
Ooh what a day that was.

There are 50,000 beggars
Roaming in the streets
They have lost all their possessions
They have nothing left to eat

Down come a bolt of lightning
Now an electrical storm
Starts a chain reaction
Go pull a fire alarm

I’m dreaming of a city
It was my own invention
And I put the wheels in motion
A time for big decisions

And on the first day, we had everything we could hold
Ooh and then we let if all
And on the second day, there was nothing else left to do
Ooh what a day that was.

Oh a day that was
Ooh that’s the way it goes
There’s a million ways- to get things done
Three’s a million ways- to make things work out.

Well I’m going right trough
And the light came down
Well they’re roundin’ ’em up
from all over town

They’re movin’ forward and back
They’re movin’ backwards and front
And they’re enjoying themselves
Moving in ev’ry direction

So if you feel like you’re in a whirlpool
You feel like going home
And if you feel like talking to someone
Who know the difference between right and wrong

And on the first day, we had everything we could hold
Ooh and then we let if all
And on the second day, there was nothing else left to do
Ooh what a day that was.
We’re go(in’) boom boom boom That’s the way we live
And in a great big room and That’s the way we live.

E’ venuto un etto e mezzo, che faccio, lascio?

Il 24 novembre resterà per sempre nella storia di questa mio imperfetto corpicino: dopo anni e anni di barricole sono passato sotto i ferri (meglio dire il laser) dell’oculista e mi son fatto affettare entrambe le cornee.

Era dalla quarta elementare che portavo, gli occhiali e un po’ mi è dispiaciuto separarmi dal concetto dei 2 pezzi di vetro da portare sul naso. In fondo è stata una protesi che mi ha accompagnato per la maggior parte della mia vita.

L’operazione in se non è stata dolorosa, ma sia la puzza di tessuto organico bruciacchiato che l’asportazione del suddetto tessuto tramite spatolamento corneale non è certo una esperienza da invidiare.

D’ora in poi vi vedrò sotto un’altra luce.

Privacy

Il giornale (?!?) online “La Repubblica” riporta in prima pagina “ Sequestrato il video delle Iene e i tamponi usati nell’inchiesta sulla droga tra i deputati“. Solo ieri il premier aveva dichiarato a “El Pais” di essere stato spiato da una grande azienda privata di telecomunicazioni, notizia questa che pare essere scivolata appena sulle prime pagine per scomparire poco dopo.

E’ solo una mia impressione o c’è qualcosa di sbagliato nelle priorità dell’ufficio del Garante e delle redazioni dei giornali?

Mi sono cattato un disco nuovo…

La Francia reagisce duramente ai test nucleari della Corea del Nord: “Il test nucleare nordcoreano è un atto di grande gravità per la sicurezza internazionale”: non sono passati neanche dieci anni, cazzo, stai almeno zitto! Non sei obbligato a dire puttanate.

Piccolo promemoria: nel 1995 Chirac decide di riprendere gli esperimenti nucleari. Un anno dopo fanno esplodere l’ennesima pizza; in Francia, si, ma a distanza di sicurezza da Parigi (Fangataufa, Oceano Pacifico). Poco dopo (siamo a settembre), soddisfatti dalla dimensione del proprio uccello, i Francesi decidono che in fondo basta così e sottoscrivono il “Comprehensive Test Ban Treaty” (Trattato di bando complessivo dei test nucleari – CTBT).

Multarolo del cazzo

A volte accadono cose che, se ad un primo sguardo sembrano irrilevanti e fastidiose, solo qualche ora più tardi si rivelano come momenti catartici e ti lasciano con la sensazione di essere un uomo fortunato. Io per esempio è da ieri sera che non riesco a smettere di ridere e pensare che mi è andata bene a non nascere in un certo modo.

Ieri rientrando in ufficio dopo la pausa pranzo noto un posteggio libero dall’altro lato della strada. Per parcheggiare nel verso corretto mi appresto a fare inversione non prima di aver messo la mia bella freccia. In quel mentre arriva una macchina in senso opposto il cui guidatore aveva il cellulare incastrato tra la spalla e l’orecchio sinistro e con le mani stava manovrando volante e cambio. Era evidente che non mi aveva visto manovrare infatti senza battere ciglio mi ciula il posto. Io mi avvicino, mollo un colpo di clackson e, con il linguaggio universale dei gesti, esprimo 2 semplici concetti: “quel posto era mio” e “metti giu’ il cellulare quando guidi”, dopodichè vado a parcheggiare cento metri più avanti.
Il destino generoso vuole che l’omino finisca di parchegiare e telefonare proprio mentre io, dall’altro lato della strada, sto per entrare in ufficio. A quel punto inizia un alterco breve ed incisivo durante il quale il quarantacinquenne urlando e ridendo in maniera sguaiata e provocatoria mi fa notare che non è compito mio disquisire sulla liceità del suo comportamento al volante e di sicuro non sta a me multarlo per eccesso di disinvoltura nell’uso del cellulare. Io mi limito a mandarlo a fare in culo.
Questo sarebbe un normale episodio di vita da automobilisti, come ce ne sono tanti , non fosse che la sera noto sul parabrezza un messaggio lasciatomi dal magnifico antagonista:

SAI QUALE DIFFERENZA C’E’
TRA “TE” MULTAROLO DEL CAZZO
E ME.
IO HO I SOLDI
E TU SEI UNO SFIGATO
SENZA SOLDI
MORTO DI FAME

(Le virgolette e l’impaginazione rispettano l’originale)
…e poi ditemi che non sono fortunato.

Minimum impact

Qualcuno ha deciso che le 9 di mattina di un giorno lavorativo sono il momento migliore per chiudere una corsia della tangenziale e scrivere “Savonera” per terra con il gessetto bianco. Come dargli torto…

Finalmente Rock

Il concerto parte potente, ma non prende come dovrebbe. Le prime canzoni sono ad un passo dal trascinarti, ma non sono limpide come potrebbero. Guardare una stanza attraverso vetro smerigliato. S’intuisce pero’ che qualcosa sta per succedere infatti basta una ritoccata ai volumi del mixer ed esplode il Rock. Intarsi di sax e chitarra in una trama composta per la voce di Manuel che canta rabbia, disgusto e disillusione, ma senza inerzia distruttiva. Arrangiamenti in cui la chitarra poche volte esce allo scoperto, mentre la voce la fa da padrona e la scaletta scorre bene anche per me, che riconosco solo una manciata di canzoni. Finalmente Rock.

20/07/2006 Afterhours