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Weekend all’ospizio

Il fine ponte del”Immacolata l’ho passato in zona Gran San Bernardo. Sabato siamo saliti su molto sul tardi, domenica abbiamo vagato in direzione Fourchon, e lunedì abbiamo scarpinato fino alla cima del Telliers (ma è singolare o plurale? Boh…).
Ho avuto modo di stupirmi piacevolmente della quantità di cibo e alcool che la gente si può portare dietro e ho dovuto ridefinire il concetto di “zaino pieno” grazie alla presenza degli alpinisti dell’Est.
Se la domenica la Montagna aveva deciso che non c’era niente da vedere (circolare, gente, circolare…) dopo averci delicatamente illuso, il lunedì, in compenso, ci ha regalato questo: grazie Telliers.

Rock is deader than dead

Marilyn Manson e il suo allegro gruppetto formano un discreto cocktail che miscela in parti uguali rock decente, feroce critica della perversità della moralità occidentale e stimolazione di aggressività repressa per adolescenti.
Arrivato ai trenta il terzo ingrediente mi fa molto meno effetto di una volta, ma riesce comunque a strapparmi una sana risata: sempre meglio che un calcio nei denti.
Il problema viene fuori quando dopo aver sudato 25 Euro + prevendita io vado al concerto e il medesimo dura 85 miseri minuti.
…e quindi i momenti tristi della serata sono stati due: il primo quando, seduti in fondo al palazzetto, si ripensava a quando da giovani ci si buttava nella mischia sotto al palco disprezzando i matusa seduti sulle poltroncine. Il secondo quando di ritorno in macchina si pensava ai vecchi AC/DC, Guns n’Roses, Metallica. Allora sì che c’erano i veri musicisti che sudavano sulle chitarre, non come questi pagliacci in giarrettiera.

Se il rock sta morendo è perchè lo stai ammazzando tu, Reverendo dei miei stivali.

Quella dannata sensazione di avere ragione

La mail di Vittorio parla chiaro: l’uomo politico non è morto di morte naturale. Qualcuno lo ha ucciso, ed il movente dell’omicidio salterà fuori esaminando quel che resta del suo corpo: una gamba ed un braccio conservati in frigo. Mi allontano dal PC per andare a guardare e dallo scompartimento del ghiaccio tiro fuori gamba e braccio: sono lì dove era scritto che fossero. Da un lato questo mi tranquillizza. Dall’altro mi chiedo come faccia Vic ad tenere pezzi di cadavere nel frigo.
Torno alla tastiera e mi siedo. Davanti a me lo schermo, oltre allo schermo la porta di ingresso, chiusa a chiave. Fuori dalla porta un rumore metallico e intuisco che il padrone di casa sta tornando: meno male, avevo proprio una manciata di domande da fargli. Torno a concentrarmi sulla mail, ma qualcosa ancora non va come dovrebbe andare: chiunque sia la persona fuori dalla porta ci sta mettendo troppo. Mezzo minuto e ancora la porta non si apre e ad ascoltare bene non è rumore di chiavi quello che si sente, ma armeggiare di ferri da scassinatore. Non sono tranquillo. Non sono un cazzo tranquillo. Mi alzo dalla sedia, due passi indietro e sono sul balcone oltre la vetrata scorrevole a guardare la porta d’ingresso.
In quel preciso momento l’uscio si spalanca con un calcio secco di un uomo sulla cinquantina alto, capelli grigi, lungo impermeabile di pelle nera. Senza perdere un attimo il grigio punta la pistola verso il tavolo e spara un colpo centrando in pieno lo schienale della sedia dove io stavo seduto fino ad un attimo fa.
Nello stesso istante in cui penso “Ecco, lo sapevo” afferro la ringhiera con una mano e salto oltre il parapetto. Un lungo giro nell’aria e atterro malconcio sul terrazzo sottostante.
La botta mi sveglia.
La prossima volta vi racconto di come ho passato il we.

4 salti in padella

Ho messo su una manciata di foto del giro di domenica scorsa in zona Sestriere: la giornata, semibella dal punto di vista climatico, mi ha permesso di osservare da vicino due esemplari in libertà di homo-sapiens(?)-snowboarder. Dalle foto risalta come questa specie animale sia capace di grandi balzi grazie all’utilizzo di un largo pezzo di legno legato sotto ai piedi.
Quel che non si evince dalle foto è la loro altrettanto grande capacità di spiattellarsi al suolo alla fine del balzo.
Interessante, davvero interessante.

Ho visto nina volare

L’odore di queste mie mani è di terra secca. Magra e avara. E’ di lavoro e di schiena piegata al volere di altri. E questo mio toccarla con le mani non fa altro che spingermi a cercare domande all’unica risposta che è anche la mia codanna.
Per fortuna ho visto Nina volare.


Mastica e sputa da una parte il miele
mastica e sputa dall’altra la cera
mastica e sputa prima che venga neve

luce luce lontana più bassa delle stelle
sarà la stessa mano che ti accende e ti spegne

ho visto Nina volare tra le corde dell’altalena
un giorno la prenderò come fa il vento alla schiena
e se lo sa mio padre dovrò cambiar paese
se mio padre lo sa mi imbarcherò sul mare

mastica e sputa da una parte il miele
mastica e sputa dall’altra la cera
mastica e sputa prima che faccia neve

stanotte è venuta l’ombra l’ombra che mi fa il verso
le ho mostrato il coltello e la mia maschera di gelso
e se lo sa mio padre mi metterò in cammino
se mio padre lo sa mi imbarcherò lontano

mastica e sputa da una parte la cera
mastica e sputa dall’altra parte il miele
mastica e sputa prima che metta neve

ho visto Nina volare tra le corde dell’altalena
un giorno la prenderò come il vento alla schiena

luce luce lontana che si accende e si spegne
quale sarà la mano che illumina le stelle
mastica e sputa prima che venga neve.

Sospello la triste

Non sembrava così brutta via Sospello quando ho traslocato dieci mesi fa.
La periferia nord di Torino non è certo uno dei posti più verdi o a misura d’uomo, ma tutto sommato io avendo abitato per quattro anni in Crocetta (eravamo, credo, la pecora nera del quartiere) non potevo aspettarmi di trovare un posto simile all’imbocco della tangenziale.
Quando la seconda settimana sono sceso di casa e ho trovato il sellino della moto tagliuzzato con un coltellino ho intuito che qualcosa non stava andando per il verso giusto.
La cosa strana è che quando giri per strada non vedi facce particolarmente brutte o disagiate, trovi soltanto cani con pensionati al guinzaglio e mamme scialbe con bambini-carrozzella. Nel Bar con la sua vetrata acquario vivono fumando alcuni maschi in età intermedia. Tutto qui.

Nella notte tra sabato e domenica hanno svaligiato il bancone dei salumi dell’alimentari sotto casa: a sentire la signora un paio di milioni in prosciutti se ne sono andati attraverso la porta sul retro.

Questa mattina parcheggiata a pochi metri dalla mia macchina c’era una Fiat Uno alla quale in nottata hanno portato via le quattro gomme. Era lì, appoggiata su blocchetti di legno.

Non è così brutta via Sospello, è solo molto triste.

Facciamo che io sono Neo l’eletto

Un brav’uomo si fa il culo fuori e dentro la matrice per mesi e mesi, prende coscienza della propria missione, delle proprie potenzialità e inizia il duro lavoro di rimettere a posto le cose per il verso giusto. Affronta il nemico sul suo campo di battaglia e lo riduce ai minimi termini con sani cazzottoni, poi torna a casa propria e pure li, svolazzando con agilità, si dimostra chiaramente superiore in tutto e per tutto.
Alla fine dell’epico scontro il pover’uomo si prepara ad assestare il fendente mortale, infligge l’ultima ferita al distrutto avversario e che succede? Boh, non si sa fatto sta che alla fine vince l’altro. Cos’era una partita a perdere come quella di pallastrada nella “Compagnia dei celestini”? Ha ragione il povero Smith: “Cosi’ non vale”.

Un brusco risveglio.

Forse la presa di coscienza collettiva è stata un po’ brusca, ma meglio tardi che mai: l’Italia è in guerra ormai da parecchi mesi contro un nemico non del tutto identificato a fianco di un alleato borioso e incompetente.
La colpa di questa messa a fuoco distratta credo sia della classe politica, ma in buona parte lo è anche dei media che alla fine delle gloriose operazioni dell’invincibile armata americana ha perso interesse nel film proiettato relegando le azioni di guerriglia alla seconda o terza notizia, quando in realtà sono la parte più difficile da gestire della guerra stessa e la conquista di Baghdad era solo la fine di una fase (neanche troppo determinante) delle operazioni.
Il vuoto di potere creatosi con il crollo del regime ha reso fertile il terreno per quel che resta del governo precedente, bande di malavita organizzata, terrorismo vario ed eventuale che non vedeva l’ora di avere bersagli vicino a casa invece di andarseli a cercare dall’altra parte dell’oceano: a me non sembra nè molto strano nè molto imprevedibile.
Mandare reparti del nostro esercito in quel posto in quelle condizioni vuol dire mandarli in zona di guerra attiva a combattere, non solo a distribuire pane e aspirine. Non sto discutendo dell’opportunità di farlo o meno (per questo c’è già stato il momento), ma del fatto che da queste parti la prima delle due missioni viene sistematicamente messa in secondo piano.
Un risveglio un stranamente brusco per una nazione in guerra in Iraq da sei mesi a questa parte.

Non mi avrete!

Sempre frugando tra i referrers ho trovato questo http://www.whois.sc/carpani.net: browser sconosciuto, sistema operativo non identificato, ip: 64.246.165.10.
Chi sei? Cosa vuoi da me? Che ti ho fatto? Pussa via, maledetto cybersquatter automatizzato!
Passando a cose piu’ facete grazie a Bassoatesino scopro e ripubblico la notizia cinematografica che tutti aspettavate: Shrek 2!
Eccovi qualche trailer:
Shrek 2 Trailer – Alta Definizione (Quicktime – 18.6 MB)
Shrek 2 Trailer – Media Definizione (Quicktime – 13.1 MB)
Shrek 2 Trailer – Bassa Definizione (Quicktime – 3.4 MB)